A volte i genitori incoraggiano i propri figli che si apprestano a scegliere la scuola superiore a fare “ciò che piace”.
Ma questo può avere un impatto negativo sul processo di scelta. Perché?
Ecco i consigli del nostro servizio orientamento per mettere in guardia voi genitori sul cattivo uso di questo suggerimento.
Quali rischi?
Prima di tutto non è detto che uno studente abbia allenato la sua competenza decisionale. Strano vero? Eppure a volte può succedere così. Se non ci siamo preoccupati di capire se è in grado di decidere efficacemente, non è detto che sappia usare il piacere come parametro per “prendere buone decisioni”.
La scuola poi, anche per i più bravi, ha sempre un sapore un po’ persecutorio: mette alla prova chiunque con le sue regole, orari, routine da rispettare. E non per tutti questo sentimento di fatica è gestibile. Uno studente che non ha mai saputo affrontare efficacemente la frustrazione scolastica al massimo si orienterà usando come parametro l’assenza di frustrazione.
Infine rischiamo di cadere in un equivoco pericoloso: se non stiamo attenti, passare da “faccio ciò che mi piace” a “quando non mi piace più smetto” il passo è breve. A meno che non siamo capaci di dimostrare che i saliscendi della quotidianità sono proprio quelli che ci fanno crescere.
Quindi che fare?
Innanzi tutto chiedetevi: i vostri figli esprimono desideri sul proprio futuro?
Sono capaci di comunicare in modo chiaro e articolato la propria voglia di “diventare adulti”?
Se sì, il sentimento di piacere risulterà in continuità con il loro senso di progettualità e lo si potrà usare come uno dei parametri per orientare la scelta della scuola superiore.
Se invece li vedete indecisi, non comunicano idee e avete l’impressione che scegliere sia un peso (partecipare a open day, leggere brochure, visitare siti, etc.), inserire come consiglio “fai quello che ti piace” rischia di inibirli ulteriormente facendoli sentire in obbligo di provare piacere per qualcosa.
Lo stesso vale se hanno vissuto le scuole medie con un senso generale di fatica: per scegliere bene, focalizzatevi sul cercare un indirizzo di studi che abbassi prima di tutto il sentimento di ansia da prestazione, riducendo un eventuale malessere portato dallo stare in classe.
Se volete capire meglio come giudicare una “buona scelta”, leggete l’articolo sui sette indicatori che rivelano se vostro figlio ha un rischio basso o alto di abbandono scolastico >>> progettoworkout.it/la-buona-scelta
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